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Bronchiti acute e croniche: un aiuto dalla fitoterapia

Prendono il nome di bronchiti le infezioni dei bronchi, per le quali si possono distinguere le forme acute da quelle croniche. La bronchite acuta è una malattia infettiva di origine virale o batterica e può aver origine da influenza o da infezioni stagionali. L’ambiente ha un’enorme importanza: infatti il freddo, l’umidità, la polvere, l’inquinamento, il fumo di sigaretta favoriscono la comparsa della malattia.


I sintomi iniziali sono una tosse secca e convulsa, un lieve espettorato, a volte una febbricola. Dopo due o tre giorni la tosse diviene più produttiva, con espettorazione muco purulenta. La guarigione avviene dopo una settimana, ma sono possibili delle recidive; occorre, quindi, evitare il passaggio alla cronicità.


I trattamenti devono essere personalizzati a seconda del soggetto, se il paziente è un fumatore occorrerà una terapia antibiotica mirata a volte anche associando il cortisone, negli altri casi si può associare una disinfezione rino-faringea con acqua di mare seguita da trattamenti per via generale con fluidificanti, antitussigeni, antinfettivi e antinfiammatori.

Il ricorso alle piante medicinali

Anche le piante medicinali si adattano al trattamento delle bronchiti acute non complicate. Esse devono assolvere a due compiti favorire l’espettorazione, per ripulire l’albero respiratorio e combattere l’infezione dei bronchi.

Tra le piante a cui ricorrere vi è, innanzitutto, Eucalyptus globulus (eucalipto), la cui parte attiva è la foglia dei rami più vecchi. L’eucalipto ha interessanti proprietà dovute al suo olio essenziale, ha un’azione espettorante in quanto aumenta le secrezioni bronchiali per effetto mucolitico, ha anche proprietà antisettiche importanti; è stata dimostrata, infatti, la sua azione batteriostatica e battericida su diversi germi.

Un’altra pianta utile è Thymus vulgaris (timo), la cui parte attiva è la pianta fiorita. Il timo ha un’attività antimicrobica specifica per la bronchite acuta dovuta al suo olio essenziale. Ha anche azione spasmolitica dimostrata sulla muscolatura liscia (ileo e trachea di cavia) dovuta probabilmente alla presenza di flavonoidi. Tutto ciò conferisce al timo proprietà espettoranti e antitussigene.

Un esempio di preparazione fitoterapica

Sciroppo a base di:

  • poligala 20%;

  • drosera 20%;

  • timo 10%:

  • eucalipto 10%;

  • altea 10%

  • Posologia: 3-4 cucchiai al giorno lontano dai pasti

Questo sciroppo, oltre a essere un sedativo per l’azione della drosera, è anche un buon espettorante per merito della radice di poligala. Inoltre, addolcisce le tossi secche e ostinate per l’azione dell’altea dovuta alla sua mucillagine. Sia il timo sia l’eucapilto, infine, attraverso i loro olii essenziali, conferiscono allo sciroppo un’azione antimicrobica e antisettica di tutto l’albero respiratorio.

La bronchite cronica

Si tratta di un’infiammazione diffusa dei bronchi che persiste almeno da due anni e si manifesta con attacchi di tosse con espettorazione più volte l’anno. Le cause principali sono il fumo di sigaretta, l’inquinamento atmosferico, la polvere e il clima. L’evoluzione spontanea avviene in tre tappe:

  • bronchite cronica semplice;

  • ronchite cronica muco purulenta;

  • bronchite cronica ostruttiva con dispnea.

Questi differenti stadi portano a un’alterazione della mucosa bronchiale che appare infiammata, edematosa e ipersecretiva con iperplasia delle cellule secretrici del muco e alterazione dell’apparato ciliare.

La fitoterapia

Non è indicata nelle forme gravi di bronchite ostruttiva, ma si dimostra efficace, invece, nella bronchite cronica semplice. Il suo fine è quello di sedare la tosse, facilitare l’espettorazione e diminuire i rischi di sovra infezione. Tra le piante medicinali da utilizzare vi è Marrubium vulgare (marrubbio), la cui parte attiva è la sommità fiorita. Le sue proprietà espettoranti e fluidificanti bronchiali lo indicano come pianta specifica per il trattamento delle bronchiti e della tosse. Ha dimostrato, inoltre, un’attività antinfiammatoria.

Un’altra pianta medicinale utile è Papaver rhoeas (rosolaccio), la cui parte attiva è il petalo. Le benzodiazepine del rosolaccio assomigliano strutturalmente alle azepine e alle benzodiazepine. Si tratta di neurolettici e di antagonisti a livello di recettori dopaminergici. La roeadina è l’artefice principale dell’azione sedativa e antitussigena della pianta. Il rosolaccio è presente nella composizione di molti sciroppi espettoranti, in quanto ha proprietà lenitive e antitussigene dovute alla sua mucillagine.

Pinus sylvestris (pino, parte attiva: germoglio), infine, è una delle piante respiratorie che possono essere utili nel diminuire il rischio di sovra infezioni, grazie alla ricchezza dei suoi olii essenziali. Ha un’azione antisettica, balsamica e lenitiva

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