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Nutrizione e Malattie gastrointestinali

C'è un alimento che può aver provocato la malattia? Posso mangiare tutto o devo evitare qualcosa?

Queste sono le classiche domande che, a buona ragione, tutti i pazienti affetti da patologie gastrointestinali si sono posti almeno una volta nella loro vita. D'altronde, da un punto di vista psicologico, si è soliti associare l'importanza di un piano nutrizionale proprio alle malattie gastroenteriche, essendo stomaco e intestino i diretti deputati alla digestione degli  alimenti.

Da una rapido elenco significativo ma non esaustivo:

- Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) e Gastrite
- Steatosi epatica
- Diverticolosi e IBD (malattie infiammatorie croniche intestinali) -  Morbo di Chron e Colite ulcerosa
- Disbiosi intestinale

rappresentano le principali patologie per le quali risulta utile seguire un corretto piano nutrizionale e incidere significatamente sul decorso delle stesse.


Nella Mrge e nelle gastriti risulta sempre opportuno limitare l'assunzione di grassi, di spezie, di alcool e di bevande gassate, comunque tutti quegli alimenti che possono inibire o rallentare la motilità gastrica ed infiammare la mucosa e le pareti di stomaco ed esofago. Medesima raccomandazione per alimenti tendenzialmente acidi, la menta, il caffè, il cioccolato ed il te'.

Nella steatosi epatica, essendo la stessa una condizione di accumulo adiposo nel fegato, il miglior approccio nutrizionale è rappresentato da un piano alimentare che preveda la drastica riduzione dell'introito di acidi grassi saturi e colesterolo e l'aumento dell'apporto di fibre, acidi grassi polinsaturi e antiossidanti, mimando inoltre lo stile nutrizionale idoneo per i pazienti diabetici, dislipidemici e cardiopatici: obesità, iperglicemia, dislipidemia ed ipertensione arteriosa sono le patologie associate all'insorgenza della steatosi epatica rivista, dunque, come parte della Sindrome metabolica. 

Nelle diverticolosi, rappresentate dalla presenza di estroflessioni erniarie dell'intestino crasso, il miglior approccio nutrizionale si basa sull'aumento dell'introito di liquidi, fermenti e fibre al fine di facilitare lo svuotamento intestinale evitando il ristagno di materiale fecale nelle sacche diverticolari, causa di infiammazione ed infezione.

Le IBD rappresentano patologie in cui la principale componente patologica è l'infiammazione del tratto intestinale. La prima raccomandazione nutrizionale è dunque la limitazione nel regime alimentare di tutti i cibi ad alto contenuto di fibre come frutta secca, verdure e legumi e di quegli alimenti altamente fermentabili che andrebbero ad infiammare maggiormente una mucosa già iperattiva. Su queste patologie è previsto un piano nutrizionale altamente equilibrato che eviti stati di malnutrizione e che ripristini un adeguato apporto di nutrienti e vitamine il cui assorbimento risulta compromesso dalla malattia stessa.

La disbiosi intestinale è, nei fatti, una condizione di squilibrio tra le specie batteriche che popolano l'intestino, che protratta nel tempo, può portare a reazioni immunitarie abnormi e alla produzione di sostanze tossiche e cancerogene. L'ecosistema intestinale è un insieme funzionale di tre elementi in equilibrio tra loro: il complesso delle specie batteriche endogene (microbiota o flora intestinale), la barriera mucosale che impedisce la proliferazione e l'assimilazione di specie batteriche "cattive" e il sistema immunitario che reagisce a sostanze e microorganismi potenzialmente dannosi. Una condizione di disbiosi favorisce la proliferazione di microorganismi patogeni, alterando l'ecosistema intestinale e riducendo il potere immunitario dell'organismo. Un corretto stile nutrizionale, associato all'integrazione nutraceutica risolve completamente questo disturbo comune e invalidante. 

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Fitoterapia Clinica e Fitopediatria

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Dr. Alessandro Cordiano
Pharm.D.

Specialista in Medicina Integrata
Fitoterapia e Nutrizione Clinica, Nutraceutica e Stili di Vita
nella prevenzione e cura delle malattie acute e croniche

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